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Descrizione

 

Il parco di Villa Besana si sviluppa su circa otto ettari con notevoli dislivelli del terreno: è per intero solcato da un viale carrabile che dal fronte principale della Villa, posta in posizione sopraelevata rispetto al parco, scende con curve sinuose fino alla parte più bassa, dove si trova il lago.

 

La struttura del parco non è stata modificata sostanzialmente da quando il giardino è stato disegnato nel 19esimo secolo. È dunque ancora possibile leggere il disegno originale in tutta la sua completezza e complessità e percepire i diversi elementi paesaggistici che compongono il parco.

 

In alto, l’ingresso principale, da via Giovanni Besana, è fiancheggiato da un filare di cipressi. In basso, oltre il lago, un cancello che dà accesso a via Teresa Prevosti poteva essere l’ingresso che consentiva di percorrere il parco in senso inverso e dal basso risalire lungo il viale e raggiungere la Villa.

 

Lungo l’intera estensione del viale, infatti, e in entrambe le direzioni, si trovano vedute e assi prospettici, che dimostrano una attenta progettazione del parco, secondo i criteri della metà dell’Ottocento, quando cioè si era già cominciato a sfruttare i dislivelli del terreno per creare panorami e viste dal forte carattere paesaggistico, meno definite dalla presenza di edifici o manufatti architettonici, con un uso prevalente dell’elemento arboreo per incorniciare le vedute e con una composizione ancora fortemente strutturata del disegno generale, prima delle realizzazioni improntate a una maggiore semplicità compositiva, ma più ricche di vegetazione ornamentale tipiche della fine del secolo.

 

Il parco si divide fondamentalmente lungo due assi prospettici che sfruttano i due orientamenti dovuti ai dislivelli del terreno: il principale si sviluppa centralmente dal fronte principale dell’edificio, in direzione Sud-Sud/Est e guida lo sguardo verso la pianura sottostante in fondo alla quale, nelle giornate terse si vede Milano. Tale asse è inquadrato in due quinte arboree composte quasi esclusivamente di conifere e passa idealmente per il centro di un gruppo di Abies alba piantati in cerchio, di cui si coglie, dall’alto, l’apice delle chiome. Lungo quest’asse si trova il vero cannocchiale prospettico, il cui fuoco, Milano, non coincide però con il punto di fuga della prospettiva. La profondità del cannocchiale infatti si apprezza appieno quando, percorrendo il viale, si lascia la parte in piano sul fronte della villa e, superata una curva che fa invertire il senso di marcia, oltre un breve tratto ombroso, si apre sulla sinistra il panorama della pianura sottostante.

 

Il secondo asse non è definito rigidamente come il primo e si sviluppa sul lato occidentale della villa, in direzione del lago, posto in fondo ad una piccola valle. Questo secondo asse coincide con la vista principale che si gode dall’alto verso lo specchio del lago e al tempo stesso trova riscontro nella vista inversa che si gode dal lago, verso l’alto, in cima alla quale spicca la sagoma di due faggi che si uniscono in una sola chioma. Nella quinta verde composta dallo schermo arboreo a est, che corre lungo il confine, spiccano due emergenze: l’edicola di Sant’Elena a cui fa da sfondo un semicerchio di cipressi, e il cerchio di Liriodendron tulipifera.

 

Le due curve principali del viale, che ogni volta invertono il senso di marcia, ruotano entrambe attorno a un centro: quella più in alto attorno ai due faggi e l’altra attorno al cerchio di abeti.

 

Vi sono poi assi prospettici secondari quali quello che corre dall’edicola di Sant’Elena, attraversa il Labirinto, un percorso in discesa che disegna una serpentina molto stretta delimitata da alte siepi di bosso, e arriva fino a un abete, passando trasversalmente per l’origine del cannocchiale prospettico. Altre volte, percorrendo il viale si incontrano viste quale quella che, procedendo dal basso, una volta superato il cerchio di abeti, si apre sulla villa.

Queste sequenze di vedute si combinano di volta in volta con aperture nello schermo arboreo, svolte del percorso, passaggi bruschi da zone d’ombra a zona di luce, tutte ancora percepibili nonostante alcune piantagioni incongrue avvenute nel corso degli ultimi anni e numerose perdite dovute a temporali e nubifragi.

 

A est del parterre si trova un boschetto di tigli, composto da esemplari monumentali di Tilia vulgaris, solcato da vialetti curvilinei, con un sottobosco che presenta prevalentemente tassi e agrifogli.

 

Dal bosco di tigli, in direzione Sud/Sud-Est, parte il tunnel di carpini, o Carpinata, che procede dritto verso il Casino del Roccolo oltre il quale si svolge il cerchio del Roccolo di carpini. Parallelo alla Carpinata, più in basso, corre il Viale delle Palme.

 

Tra i diversi gruppi di alberi introdotti nel dopoguerra, inseriti senza tenere in alcun conto né la composizione vegetazionale né il disegno originali si segnalano in particolare la piantagione di betulle, Betula pendula, a fianco del Labirinto, che ha modificato radicalmente la percezione di quest’ultimo, soprattutto nel variare delle stagioni; un altro gruppo di pioppi neri, Populus nigra, lungo lo schermo arboreo a nord dei Liriodendron, in condizioni di forte instabilità a causa del substrato non adatto; e infine un filare di salici, Salix x cuprea, su un lato della prospettiva verso il lago.

Punti d’Interesse

 

Vista a canocchiale verso Sud, Milano e la Pianura Padana


Vista a canocchiale verso il laghetto


Laghetto con darsena


Passeggiata intorno al lago


Cascatella alle sorgenti del lago


Labirinto


Tunnel di carpini


Viale di palme


Roccolo con casotto


Edicola di Sant’Elena


Tumulo


Parterre


Statue 4 stagioni


Cerchi di otto alberi: liriodendron, abeti, querce, crittomerie, cipressi, tassi, pioppi cipressini


L’albero più alto d’Italia, liriodendro tulipifera 52 m.


Le serre


Viale di cipressi all’ingresso


Orti e zona agricola a est